La festa dell’Immacolata Concezione, che cade l’8 dicembre, sancisce tradizionalmente, seppur in maniera indiretta, l’approssimarsi delle festività natalizie, recando con sé l’aura di religiosità e mistero di fede che fanno parte del suo significato più vero e profondo. Di solito, infatti, è proprio a partire da questa data che le case degli italiani (e non solo) iniziano a essere addobbate con i tradizionali albero e presepe e molti di noi, improvvisamente, prendono coscienza del fatto che non restano più molti giorni a disposizione per cercare e comprare i regali, croce e delizia annuale per ritardatari cronici, eterni indecisi e procrastinatori seriali. Certo, ormai il consumismo, coadiuvato da mirate strategie di marketing, ci costringe a fronteggiare l’arrivo delle feste e il dilemma “doni natalizi” già verso la metà di novembre (qualche volta anche prima), ma il popolo di quelli che “attendono il momento giusto”, ovvero subito dopo la Festa dell’Immacolata, è ancora molto numeroso. Questa ricorrenza, però, ha un valore che merita di essere riscoperto, soprattutto di questi tempi e dovrebbe essere vissuta, almeno da chi crede, tenendo ben presente il suo legame innegabile con la fede cristiana e cattolica.
Può sembrare strano, però esistano persone che non conoscono il significato dei termini “Immacolata Concezione” e taluni tendono a pensare che ci si riferisca al concepimento di Gesù da parte di Maria. Immacolata Concezione vuol dire, molto semplicemente, “concepita senza il peccato originale” e il riferimento è al concepimento della Vergine Maria, non del Cristo. Scindiamo bene le due cose: da una parte c’è Maria nata pura, ovvero senza il marchio del peccato che risale ad Adamo ed Eva (Immacolata Concezione, appunto), dall’altra c’è Maria, madre di Gesù, la quale ha concepito suo figlio pur essendo vergine. Entrambi sono dogmi mariani della Chiesa Cattolica, cioè verità di fede, accettate dai credenti in quanto tali. L’Immacolata Concezione, però, è una prerogativa esclusiva della Vergine Maria, in quanto destinata a portare nel suo grembo il figlio di Dio. Chi si riconosce nella fede cristiana e cattolica (lasciamo da parte le altre confessioni, cristiane e non, perché in ognuna differisce il concetto di peccato e, per estensione, di peccato originale) crede che tutti gli uomini nascano portando sulle spalle il fardello di una pesante eredità: la disobbedienza di Adamo ed Eva nei confronti di Dio, narrata nel Libro della Genesi, motivo per il quale i primi esseri umani sono stati cacciati dall’Eden. L’unico modo per lavare via il peccato è il sacramento del Battesimo con cui lo Spirito Santo discenda sui credenti. Ecco, la Vergine Maria non ha “bisogno” di alcun battesimo, nell’ottica cristiana, ma è già redenta in virtù del futuro sacrificio del Cristo.
L’8 dicembre di ogni anno, quindi, i credenti celebrano questo concepimento già “perfetto” dal punto di vista religioso. La Chiesa Cattolica, però, ha “riflettuto” a lungo prima di pronunciarsi in merito alla natura dogmatica dell’Immacolata Concezione, dimostrando un atteggiamento piuttosto cauto, prudente, benché le dispute in merito non siano mancate. Nel Nuovo Testamento l’Arcangelo Gabriele si rivolge a Maria definendola “piena di grazia” (Luca 1,28) e questa espressione sarebbe un pilastro fondamentale attraverso il quale è possibile definire la Madre del Cristo “Immacolata Concezione”. Di nuovo nella Genesi, quindi Antico Testamento, c’è un altro passaggio importante che, in qualche modo, collega la figura di Eva a quella di Maria, sottolineando la natura femminile di quest’ultima in contrasto con il male rappresentato dal serpente: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Genesi 3,15). Eva e Mariasono due immagini speculari della femminilità: la prima riceve il castigo divino per la sua ribellione, coinvolge Adamo, cioè l’uomo e lo trascina nella spirale del peccato; la seconda è la personificazione dell’obbedienza “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”, Luca 1, 26–37 e, attraverso lei, l’uomo inizia un cammino di redenzione che culmina con la crocifissione di Gesù. Per questo Maria non può, religiosamente parlando, essere “afflitta” dal peccato originale, proprio in virtù del suo ruolo di guida, di aiuto per l’essere umano prima della venuta del Cristo. Nel Vangelo di Giacomo (redatto in greco tra il 140–170), che fa parte dei cosiddetti Vangeli apocrifi, Maria viene descritta come una fanciulla particolare, quasi una specie di “predestinata”, cresciuta nel Tempio di Gerusalemme. I Vangeli, lo sappiamo, non sono un resoconto storico, né hanno tale pretesa, però lasciano intuire molto bene, come in questo caso, il ruolo dei personaggi fondamentali da cui si originò il Cristianesimo. Sant’Agostino (354–430), fu il primo dottore della Chiesa, filosofo e santo a insistere sulla speciale essenza divina di Maria, contrapponendo la sua “perfezione” “all’imperfezione” del resto dell’umanità, ovvero la santità alla malvagità, la sottomissione a Dio rispetto alla ribellione che genera il peccato.
L’idea di Immacolata Concezione prende la forma che noi conosciamo con Duns Scoto (1265 ca-1308) il quale affermò che Maria fu concepita senza peccato originale e non redenta in un secondo momento, in quanto con lei comincia ad attuarsi la salvezza dell’uomo per mano di Cristo. La Vergine è, in un certo senso, strumento di Dio e, nello stesso tempo, oggetto dell’azione salvifica come essere umano e in virtù del suo ruolo di Madre del Cristo. Il dibattito, ovviamente, non si esaurì con Duns Scoto, ma continuò ancora a lungo, tra divari, accuse di eresia, conferme e smentite di teorie. La Chiesa cattolica, allo stesso modo, non arrivò immediatamente ad accettare il dogma dell’Immacolata Concezione, Papa Sisto IV(1414–1484; eletto nel 1471) ebbe il merito di istituire la festa liturgica dedicata all’Immacolata, attraverso la bolla Cum Praeexcelsa (1477) e, pur evitando di dare pareri sulla questione dogmatica, riuscì a mettere fine alla diatriba e alle pesanti accuse di eresia che si scambiavano macolisti (che sostenevano la nascita nel peccato e la successiva redenzione) e immacolisti (seguaci della dottrina di Scoto). Papa Alessandro VII (1599–1667; eletto nel 1655) fu il primo a sostenere con forza il concetto di Immacolata Concezione con la bolla Sollicitudo (1661), mentre Clemente XI (1649–1721; eletto nel 1700) va ricordato perché rese la festa dell’Immacolata, all’epoca celebrata solo a Roma e in pochi altri luoghi, una celebrazione destinata a tutta la Cristianità. Fin qui ci sono dei tentativi, lenti ma decisi, di far accettare tanto la celebrazione quanto l’idea stessa della Vergine concepita senza peccato. Oggi ci sembra tutto molto ovvio e normale, ma all’epoca dibattiti come quelli che abbiamo visto potevano portare a un sicuro processo e a una altrettanto sicura condanna per eresia. Gli stessi pontefici furono molto attenti a introdurre questa rivoluzionaria “novità” liturgica e, in seguito, dogmatica, “tastando il terreno” e lo spirito cristiano dei secoli in cui vissero. Nulla, insomma, venne imposto se non nel momento in cui si reputò che i tempi fossero maturi. Per questo non dobbiamo sorprenderci del fatto che la questione si sia trascinata fino al 1848, quando Pio IX (1792–1878; eletto nel 1846), dopo aver ascoltato i pareri contrastanti di vescovi e teologici decise, infine, di accettare senza condizionamenti il dogma dell’Immacolata Concezione. L’8 dicembre 1854 venne promulgato il documento conclusivo di tutta la storia di questa verità di fede riguardante la Madonna, cioè l’enciclica Ineffabilis Deus, nella quale si afferma: “La dottrina che sostiene che la Beatissima Vergine Maria…è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo…per tutti i fedeli”. Secondo l’enciclica e lo stesso dogma, la Madre di Cristo non solo è stata concepita senza peccato, ma durante la sua vita terrena non ha commesso alcuna colpa.
L’8 dicembre 1857 Papa Pio IX inaugurò, a Piazza di Spagna, il “Monumento dell’Immacolata”, conosciuto anche con il nome di “Colonna dell’Immacolata”. Per la precisione il monumento è situato in Piazza Mignanelli, che è di fianco a Piazza di Spagna e la sua costruzione venne finanziata interamente dal Re delle due Sicilie Ferdinando, per sancire la fine della guerra della chinea. La Colonna è dedicata proprio al dogma dell’Immacolata Concezione, venne progettata dall’architetto Luigi Poletti ed eretta da ben 220 vigili del fuoco. Dal 1923, ogni anno, questi ultimi portano fiori alla statua di bronzo che svetta sulla colonna e dal 1953 anche il Papa partecipa all’offerta e alla cerimonia che rappresenta il fulcro dell’intera giornata. Questa è la parte sacra che vede protagonista il monumento. La parte più profana, invece, narra del leggendario Pasquino che, rivolgendosi alla statua del Mosè che poggia sul basamento di marmo, considerata dai romani non esattamente un esempio di raffinata arte scultorea, disse: “Parla, se ci riesci”. La statua rispose: “Non posso”. Pasquino incalzò: “Allora fischia”. A quel punto la statua replicò: “Certo che fischio, ma lo scultore che m’ha fatto!”.
APOLOGETICA CATTOLICA
Quante cose si è inventata la chiesa cattolica che contraddicono la Bibbia e la stessa cosa hanno fatto i testimoni di Geova. Non c’è niente da fare “successione apostolica” “vicari di Dio” “schiavo fedele e discreto” tutta gente che si è seduta sul trono di Dio e ha fatto passare Dio per bugiardo e crudele!