Da Dio vogliamo tutto e subito?
Un interrogativo per riflettere
La nostra società, il periodo storico che stiamo vivendo, basta dare un’occhiata a tutto quello che accade ogni giorno in ogni parte del mondo, sembra generalmente attratta dalla frenesia, come se il ragionare o il fermarsi un attimo, siano momenti che non fanno parte più dell’essere umano. Adesso, ed è un discorso che riguarda soprattutto le nuove generazioni, i cosiddetti “millenials”, in sostanza si vuole tutto e subito, e quel tutto è diretto in ogni cosa. Il sociologo polacco Zygmunt Bauman (1925 – 2017) ci viene in aiuto affermando che: “Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato d’amore, l’opportunità di enormi profitti. E ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento”.
Continuiamo ormai da diverso tempo a sentire che la nostra civiltà contemporanea, non può fare a meno del vasto e complesso mondo dei social: Facebook, Instagram, Twitter a questi, aggiungiamo le figure degli “influencer” che fanno scuola su come “catturare” followers; a ciò si è aggiunta anche l’intelligenza artificiale, come se avessimo bisogno di un compito già scritto e fatto, mettendo quasi da parte tutta la fantasia e la creatività, che ogni persona possiede in maniera naturale. Così si assiste, “passivamente” ad un nuovo modo di comunicare, sicuramente più freddo, soprattutto tra i giovani, basta vedere che essi possiedono tutti un cellulare, sempre connesso e a portata di mano. La voce dell’altro, del nostro interlocutore è dimenticata, ci si affida a segni per dire, per trasmettere emozioni e sensazioni, con la convinzione di poter instaurare un dialogo. E anche in questo caso, si vuole tutto e subito, si inizia con il fare la corsa all’acquisto dello smartphone più esclusivo e più tecno: sicuri e la pubblicità insegna, che quello che si acquista oggi domani è già vecchio!
Il nostro camminare quotidiano, non conosce soste o pause, dobbiamo ottenere tutto e subito, presi come siamo dal vivere in maniera materiale. Ma anche da Dio vogliamo tutto e subito? Quest’interrogativo che può sembrare provocatorio ai giorni nostri, può senz’altro aiutarci a riflettere almeno per un attimo. E’ la nostra epoca in grado di volere e comprendere il tutto di Dio, che si è manifestato attraverso la presenza terrena del Figlio, che non ha usato i “social” per comunicare, ma si è servito della Parola, e che Parola? Per comunicare tra individui, non c’è stato bisogno di nessun apparecchio, o strumento più o meno modificato, chi ci guida dall’alto, s’è servito solamente dell’esempio e della parola, quella parola che ogni uomo e ogni donna di buona volontà sa accogliere e conservare nel cuore. Gesù, non ha dato ordini, non ha preteso il subito dall’umanità, si è reso sempre disponibile ad aspettare tutti e ciascuno, non ha fatto stilato categorie, non ha fatto distinzione di razze, di colore o di condizione sociale. Dio, non ci ha messo fretta, non dice subito, concede al genere umano la possibilità di sbagliare, di cadere, ma è sempre pronto a perdonare (questo anche subito!) ed accogliere chiunque bussi alla sua porta.
La vita, come diceva qualcuno è un insieme di attimi, che regalano tristezze e gioie, ma proprio in questi attimi che sembrano tanti, ma in realtà sono pochi, dobbiamo farci entrare non uno qualunque, ma Dio, e non pretendere da lui tutto e subito. Dobbiamo essere consapevoli che Egli stesso ha donato tutto all’umanità intera, il suo Figlio è stato addirittura appeso ad una croce, e ricordarci che il suo straordinario amore lo porta a non giudicare i comportamenti, i gesti e le azioni dell’essere umano, ma proprio il suo amore incondizionato lo porta a perdonare, attraverso la sua misericordia infinita e senza aspettare la risposta dell’uomo, ma subito.
G. Sabatini
Interris
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