Rocco Politi – Ex (forse) testimone di Geova non accetta la sfida – La risposta.

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Rocco Politi

Ex (forse) testimone di Geova

non accetta la sfida

La risposta

 

20 Giugno 2013 – 19:17.

 

Egreggio Sig. Rocco Politi dopo aver letto la sua lunga risposta….

e analizzando quello che mi scritto…ho dedotto che lei per me è solo

UN PERDENTE…e quindi non ho ne la voglia ne il tempo da perdere con lei….

si tenga le sue idee…IL detto mi è piaciuto, lei si è proprio imbrodato!!!!

 

http://www.linkiesta.it/blogs/parlare-con-i-limoni/nel-paese-dei-litigi-trionfa-la-canzone-del-dialogo#ixzz2X5OQDJuI

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Ecco il precedente articolo

http://www.roccopoliti.it/?p=1690

Commento di Rocco Politi

Il rifiuto a un confronto leale e sincero è un fallimento e genera nell’individuo un sentimento di dolore, che istintivamente debella rifiutando di correre questo rischio: c’è il rifiuto della sofferenza, di dover esclude a priori la possibilità di avere un successo, per non rischiare il fallimento.

Accetta il dolore di questo fallimento per non tradire se stesso.

Il rifiuto di un confronto con gli altri, che hanno la capacità di mettere in discussione il proprio io, genera una giustificazione mentale: Non ho ne voglia né tempo da perdere con un perdente.

Preferisce fermarsi alla garanzia totale in ciò prova e si identifica, è mai correrebbe il rischio di un fallimento.

Ma cosa è il rischio in cui potrebbe incorrere un (forse ex) testimone di Geova?

Che la sua impotenza operi una violenza, rompendo il guscio della sua certezza, in altre parole la difesa del proprio io contro l’intrusione dell’altro, sempre per paura del confronto. Questo guscio cela una depressione, che consiste nel preferire il recinto della paura di un possibile fallimento vivendolo in modo inquieto.

L’uomo inquieto e timoroso, sa che questo fallimento potrebbe diventare per lui un vero e proprio rischio di cambiamento. (Tantissime persone sincere e obiettive hanno già fatto questo cambiamento)

Ma a coloro che non le è permesso questo cambiamento, provoca un dolore causato non solo dal rifiuto a un confronto, e tutto ciò lo spinge a una reazione offensiva che lo appaga più di qualsiasi sconfitta.

Per me il coraggio a un confronto non posseduto dai testimoni di Geova è un concetto che trova l’equivalente nella mancanza di fiducia in se stesso.

Fiducia in se stesso che ha un ruolo fondamentale nel rapporto interpersonale del singolo: se questa fiducia subisce un tradimento precoce, poi difficilmente risanerà la ferita, che danneggia definitivamente la possibilità di stabilire e di allacciare rapporti con un altro.

l rifiuto a un confronto da parte di questi potenti e superdotati è sinonimo di debolezza e vulnerabilità, perchè porta a scoprirsi e dare il fianco a quelle disillusioni che popolano la sua mente su ciò che ha cambiato la sua personalità, ma che al momento opportuno cercandolo nella sua mente non lo trova.

Il rapporto interpersonale al quale i testimone di Geova si sottrae nel momento in cui non riconosce l’altro, diventa anche attestazione di una grave mancanza di amore verso chi non la pensa nelle stesso modo!

C’è chi dice che chi non ama gli altri non ama prima di tutto se stesso!

Questo concetto di vita sicuramente drammatico che vivono all’interno o all’esterno di questa moderna organizzazione americana, sono soggetti a giustificare azioni indegne e offensive, che non permette loro di crescere e di evolvere la propria coscienza”.

Al contrario la tradiscono, e diventa attraverso una penosa lacerazione, un sistema per la ricerca di una propria personalità che non riescono più a trovare.